24.12.07

“Quello che si dovrebbedipingere sul volto di Maria è una meraviglia ansiosa che non è apparsache una sola volta sopra la faccia umana. Perché il Cristo è il suobimbo, la carne della sua carne, il frutto delle sue viscere. Essa lo haportato per nove mesi e, porgendogli il seno, il suo latte diventa sangue diDio. In certi momenti la tentazione è così forte, che lei dimentica che èDio, lo stringe tra le sue braccia e dice: “Bimbo mio”. Ma in altrimomenti, Maria rimane interdetta e pensa: Dio è qui! Tutte le madri sonostate bloccate in questo modo davanti a questo frammento ribelle dellaloro carne che è il loro bambino. E sembrano in esilio, davanti a questavita nuova fabbricata con la loro vita, ma abitata da pensieri estranei. Nessunfanciullo è stato più crudelmente e più radicalmente strappato a sua madre,perché egli è Dio e sorpassa in ogni senso ciò che essa può immaginare. Maio penso che ci sono altri momenti rapidi e fuggevoli in cui lei sente che ilCristo, nel tempo stesso che è suo figlio, il piccolo suo, Egli è Dio vero.Lo guardae pensa: questo Dio è mio figlio, questa carne divina è la mia carne. Egli èfatto di me, ha i miei occhi, e questaforma della sua bocca è la forma della mia. Mi rassomiglia. Nessuna donna haavuto dalla sorte il suo Dio per lei sola, un Dio così piccolo che può prenderlotra le sue braccia e coprirlo di baci, un Dio tutto caldo che sorride e respira, unDio che si può toccare e ride. E' in uno di questi momenti che dipingerei Maria,se io fossi pittore”
Jean Paul Sartre

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